Approfondimenti

Metti una serata al NEST
1 agosto 2019
Il NEST
Se non siete mai stati al NEST è giunta l’ora di farlo.
Arrivati in via Bernardino Martirano, entrate in quello che sembra un cortile pensato per separare due edifici scolastici, perché il parcheggio interno è ampio e gratuito; il NEST, per chi non lo sapesse, è un magico spazio ricavato da una palestra abbandonata. Ma se non lo raccontano è impossibile accorgersene: la sala è grande, la platea con la gradinata permette un’ottima visuale a tutte le file, il palco è profondo e l’acustica perfetta. Roba da far invidia a molti altri Teatri.
Quando arriverete, sarete accolti da un gruppo di ragazzi gioiosi, fieri del loro lavoro e ben disposti a raccontare la storia del Teatro della loro Napoli Est. E non importa da quanto tempo recitino, quali palcoscenici abbiano calcato e che premi abbiano vinto: chiunque tu sia ti salutano, si avvicinano sorridendo, si presentano come Francesco (Di Leva), Adriano (Pantaleo) e Giuseppe (Gaudino).
Proprio Giuseppe ha iniziato a raccontarmi la storia del NEST (prima ancora che gli dicessi che avrei voluto scrivere qualcosa su di loro): tutto nasce, oramai quasi dieci anni fa, da un’intuizione geniale di Francesco (Di Leva) che, dopo aver recitato in Gomorra, lo spettacolo Teatrale di Roberto Saviano e Mario Gelardi, ha iniziato a cercare uno spazio per provare. Dopo aver girato per Napoli e periferia, gli viene in mente che l’edificio dove era andato a scuola anni prima era stato abbandonato; arriva lì, entra, vede la palestra e intravede lo spazio teatrale. Giuseppe racconta, sorridendo, che indicava le pareti con i canestri da basket, la rete di pallavolo e vedeva già i punti per l’illuminazione, il palco, la platea. Da buon visionario.
Nasce così il NEST, grazie alla caparbietà di Francesco, Giuseppe Miale di Mauro, regista e autore e Adriano Pantaleo. In poco tempo, la compagnia NEST raccoglie altri artisti che mettono a disposizione la propria professionalità con la stessa dedizione: gli attori Andrea Vellotti e Giuseppe Gaudino, lo scenografo Carmine Guarino, la costumista Giovanna Napolitano e il grafico e fotografo di scena Carmine Luino, l’ufficio stampa Valeria Aiello, le organizzatrici Carla Borrelli e Valeria Zinno. In realtà della squadra fanno parte anche i figli degli artisti della compagnia, bimbi di età diverse che partecipano alle serate e pure ai dibattiti, insieme alle rispettive famiglie.
Giuseppe Gaudino continua il racconto dicendo che nel corso degli anni hanno predisposto non pochi corsi di teatro, con la collaborazione di nomi altisonanti, tra i quali Toni Servillo, Antonio Latella, Mario Martone, Giuliana De Sio, Eugenio Barba e si illumina quando specifica che i corsi sono gratuiti.
Il gruppo di artisti ha affrontato non poche difficoltà e sostenuto non pochi sacrifici, certo, vista la mancanza cronica di fondi, ma in quasi dieci anni di attività, di strada ne è stata fatta e le soddisfazioni oramai arrivano, come è successo per il premio Rete Critica 2017 e per il riconoscimento del Mibact come progetto di promozione per il triennio 2018-2020.
Il Festival delle Periferie
Il NEST, come vi abbiamo raccontato, partecipa alla seconda edizione del Festival delle Periferie. La prima serata, CiNest_giovani racconti di periferia, ha visto la proiezione di cortometraggi di autori partenopei, scelti in collaborazione con la società di produzione Terranera. Tre corti, tre storie, tre punti di vista sulla criminalità napoletana.
Fino alla fine, di Giovanni Dota, racconta la storia di Sì e No, un killer silenzioso di un anonimo clan napoletano; il ragazzo in realtà non parla per non mostrare il suo accento piemontese. Il corto si snoda intorno all’accettazione o meno delle differenze e dei cambiamenti, fino alla svolta finale che lascia tutti senza fiato.
MaLaMènti, di e con Francesco Di Leva, è stato interamente girato all’Asinara, in modalità selfie, con un cellulare; il risultato è un surreale cartoon che enfatizza i classici comportamenti camorristici, giungendo quasi a ridicolizzarli. La lotta per il potere, l’esigenza di primeggiare e la voglia di controllare tutto il territorio li mette in competizione con finti nemici paradossali e alla fine della provocazione, conduce direttamente alla più completa solitudine.
Sensazioni d’amore, di e con Adriano Pantaleo, racconta invece la stretta connessione tra Napoli, la musica e la camorra. Marco Marsù è un giovane e promettente cantante neomelodico; lo splendido Antonio Pennarella è un boss che assicura al giovane un futuro all’insegna del successo e in cambio gli chiede cose all’apparenza assurde, come cantare per ore sempre la stessa canzone, oppure chiudersi in bagno con la figlia diciottenne e accontentarla in tutte le sue richieste. Anche in questo caso, come nelle storie precedenti, il finale sarà fortissimo da digerire e obbligherà lo spettatore a riflettere sul senso della vita camorristica.
Al termine della proiezione si è tenuto un dibattito, moderato da Ignazio Senatore del Corriere del Mezzogiorno, durante il quale sono state toccate varie tematiche: la camorra, Napoli, la vita nelle periferie, e non sono mancati spunti di riflessione.
Per Giovanni Dota la riflessione fondamentale parte dalla crisi di identità che vive uno dei boss, elemento fortemente contrastante con le decisioni finali che, una volta rappresentate sullo schermo, riportano tutta la narrazione negli antichi schemi fatti di brutalità scontata e impietosa. Francesco Di Leva sostiene che la violenza esiste nella misura in cui c’è qualcuno che la subisce; il suo corto, specifica, è stato realizzato come cartoon perché voleva creare una favola da poter raccontare ai ragazzi.
Adriano Pantaleo infine, ritiene che la pornografia della violenza abbia portato la nostra società a non sconvolgersi più dinanzi a determinate scene, seppure terribili; il suo racconto volutamente trasforma il cantante neomelodico in una persona normale, a dimostrazione che le persone diverse sono i camorristi, che i comportamenti assurdi sono i loro, non i nostri.
La serata si è piacevolmente conclusa con un rinfresco offerto dalla Compagnia, mentre gli attori chiacchieravano con il pubblico, i loro bambini correvano festosi e gli amici si confrontavano ancora sulle tematiche affrontate durante il dibattito.
Per info e prenotazioni
Prenotazioni: 3333223780|3208681011|teatronestt@gmail.com
http://www.napoliestteatro.com |tel.3317370289