Approfondimenti

Riapertura della chiesa delle donne della Certosa di San Martino
19 dicembre 2018
Trascorso ormai quasi mezzo secolo, riapre finalmente la chiesa delle donne presente nella Certosa di San Martino. Un nome altisonante che deriva dalla proibizione risalente al 1500, confermata poi nei due secoli seguenti, che negava l’accesso delle donne all’interno della chiesa.
La chiesa
Quarant’anni sono passati dall’ultima volta che un comune cittadino ha potuto ammirare quelle che sono le ricchissime bellezze ospitate in questo complesso, che ora ritorna accessibile a tutta la città, anche se probabilmente gran parte dei nati a partire dagli anni ‘80 non hanno mai sentito parlarne. Certo quasi tutti conoscono la sua navata, o almeno le mura dalla quale è circondata perché affaccia direttamente sulla piazza di San Martino sempre gremita di gente, soprattutto da giovani che utilizzano questo spazio antistante la Certosa come luogo di aggregazione, e da turisti che vogliono ammirare lo splendido panorama che solo San Martino può offrire. A proposito di panorama, però, tutti i visitatori, data l’apertura non solo della chiesa ma anche dei suoi giardini pensili, possono godere di una vista più ampia e godersi la giornata tra architettura, cultura ed aria fresca, un trinomio perfetto, che unito alla voglia di conoscere meglio la propria città, rende impossibile non visitarla.
La riapertura ed il restauro
Il 13 Dicembre è stata ufficialmente riaperta al pubblico la chiesa, per l’evento è stato organizzata uno spettacolo per le “Cantate napoletane per la notte sacra”, presentate dalla fondazione Pietà de Turchini. Al concerto, iniziato alle ore 18, e diretto da Stefano Demicheli, hanno preso parte: Monika Toth, Karolina Habaloi, Alessia Pazzaglia, Katarzyna Solecka, Rudolf Balazs, Andrea Beatriz Lizzaraga, Simone Pirri e Filippo Bergo alle viole; Catherine Jones e Karolina Szewczykowska, Elisa La Marca, Nicola Dal Maso, e Marco Crosetto.
Il concerto ha assunto una connotazione ancor più romantica grazie al restauro, durato circa 2 anni e costato ben 3 milioni di euro, che ha donato nuova enfasi e nuova visibilità alle decorazioni ed ai preziosi affreschi presenti all’interno del complesso.
di Stefano Colasurdo